Il fatto che ami dipingere e che abbia fatto della pittura la mia professione non significa che sia interessata a tutto ciò che ruota intorno alla pittura, anzi, mi reputo di un’ignoranza abissale.
A mia discolpa dico che l’arte dovrebbe parlare da sola, troppi discorsi, troppi giri di parole per spiegare opere che in realtà non dicono nulla mi sembrano solo una vendita di fuffa.
Che non amo l’arte concettuale è risaputo, un concetto lo si può esprimere a parole, se devo realizzare un’installazione per la quale devo poi scrivere fiumi per spiegarla mi dite qual’è l’utilità? Parere personale ovvio.
Sono sempre più convinta che ci sia un carrozzone di personaggi poco qualificati pronti solo a spremere economicamente gli artisti ed altri, magari qualificati, che si divertono invece a fare il bello e il cattivo tempo usandoli come se fossero azioni da quotare in borsa o dei soldatini da posizionare su un tavolo.
A volte leggo giudizi critici e mi chiedo se quelle persone ci credono davvero nelle cazzate che scrivono o se invece è solo un’operazione commerciale.
Forse sarà per questo che preferisco leggere un buon libro agli articoli di Art Tribune e simili.
Forse è per questo che quando i galleristi si fregiano di avere in scuderia artisti famosi pensando di farmi rimanere a bocca aperta io non so nemmeno chi siano.
E come ho scritto sulla bio di Twitter, temo che per aver successo dovrò aspettare la prossima vita.
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