venerdì 25 gennaio 2013

Amo la routine

Ma quanto è bella la routine, quella in cui i tuoi ritmi sono scanditi dalle cose che ami fare, le piccole cose. Andare a prendere il caffè nel tuo bar preferito, fare due passi, andare dai gatti a dar loro la pappa e le coccole, poi tornare a casa e coccolare gli altri gatti, pranzare, guardarti la telenovela portoghese, metterti al computer a rispondere alle email, fare un po' di baratto su zerorelativo, dire due cazzate o cose serie su twitter, mettersi a dipingere, poi magari fare un po' di yoga... poi prepari la cena, torna tuo marito, vi vomitate addosso la giornata, poi sulla poltrona a guardare qualcosa in tv, commentare e magari farci scappare anche qualche giochino al cellulare. Poi si va a nanna, si legge un bel libro e si dorme.  Magari ogni tanto ci infili qualcosa di diverso, un'incontro tra amici, una pizza, una mostra, una gita... Amo la routine, dove le cose che possono variare sono i libri che leggi, i quadri che fai, il cibo che mangi, ma dove i capisaldi sono fermi, dove ritrovi ogni girono le persone e le cose che ami. Mi ci sono voluti 40 anni per capire che la routine non è noiosa, anzi, ti da quella tranquillità giusta che ti permette di pensare a dipingere senza essere assillata da problemi più urgenti. Ma perchè allora arriva quell'angoscia di perdere tutto, di perdere chi ami, di perdere la tua vita calma? Perchè soffri in anticipo per un dolore che potrai avere in futuro?
Poi sei lì, in mezzo alla tua routine, quasi calma e quasi serena...e vieni scossa dal terremoto, la casa balla, i mobili ballano, i gatti che hai in casa scappano e tu ti angosci perchè pensi a come salvare te e loro se la casa crolla e gioisci al tempo stesso per chi è fuori da questo appartamento al terzo piano. E ti rendi conto che nessun posto è sicuro, nessuna routine è al sicuro dall'imprevisto, e il posto che credevi quello franco, quello dove tu e chi ami può star bene si può modificare in una tomba di macerie... E ti rendi conto che sei impotente, che non puoi salvare nessuno con la tua routine, che nessuno è al sicuro in nessun posto. E ti chiedi perchè a 40 anni ancora non hai imparato a vivere e ad accettare la vita per quel pozzo di imprevisti che è.

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